Fondo Giulio Quirino Giglioli


Alla morte dell' illustre archeologo e docente universitario Giulio Quirino Giglioli (1886-1957) pervenne alla BiASA, per suo espresso volere, quella parte della propria biblioteca che riguardava più specificamente la storia dell'arte, l'archeologia e in generale la città di Roma.
Si trattava di più di un migliaio di libri (cui è stata data la collocazione Dono Giglioli), 5.500 opuscoli (attualmente rilegati in volumi con la segnatura Miscellanea Giglioli) , e di alcune annate di riviste. Completata la catalogazione delle opere, una copia delle schede fu inviata alla biblioteca dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Roma, cui era stata donata un'altra parte della biblioteca di Giglioli.

Fra i volumi conservati presso la BiASA, testimonianza dei grandi interessi del donatore, ricordiamo la lunga serie di scritti del medesimo e le dispense universitarie relative alle lezioni tenute alla Sapienza. Da questi testi si evidenzia il duplice indirizzo della scuola archeologica romana della prima metà del secolo: "una nuova valutazione dell'arte etrusca, considerata come fenomeno a sé stante, autonoma come dall'arte greca ed ad essa non inferiore, ed una esaltazione del culto di Roma al Giglioli trasmesso dal maestro di scienza e di vita Rodolfo Lanciani" (cfr. M.G. PASQUALITTI, Le raccolte di Palazzo Venezia e la ricerca archeologica italiana dal 1850 al 1950, “Accademie e biblioteche d'Italia”, 44 (1976) , 4/5, p. 377-79)..

Fra gli opuscoli raccolti nella Miscellanea si segnalano gli scritti che i numerosi ed affezionati allievi gli inviavano, omaggio devoto al docente che aveva dedicato tutta la sua vita alla ricerca nel campo delle antichità italiche e romane. Infatti il Giglioli aveva iniziato brillantemente la sua carriera, dopo aver organizzato insieme a Rodolfo Lanciani la mostra archeologica dell' Esposizione di Roma nel 1911, come ispettore nel Museo di Villa Giulia, per poi divenirne il direttore; libero docente dal 1917, iniziò l'insegnamento universitario a Torino nel 1923, per passare poi a Pisa e dal 1925 tornare definitivamente a Roma.