Fondo Rodolfo Lanciani


Il fondo Lanciani, acquistato nel 1929 dall'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte , è costituito dai manoscritti, dalla collezione di stampe e di disegni e dalla biblioteca di Rodolfo Lanciani
Il Lanciani, nato a Montecelio nel 1845, frequentò le scuole presso il Collegio Romano e poi l'università della Sapienza divenendo ingegnere;  si dedicò agli studi di archeologia ed ebbe come maestri Giovanni Battista De Rossi e Carlo Lodovico Visconti. Oltre a ricoprire cariche governative, fu vicedirettore del Museo Kircheriano e Direttore degli scavi dal 1877, mentre l'anno seguente gli fu affidata la cattedra di Topografia romana all'Università di Roma.
La sua attività si svolse sul campo con ricognizioni e scavi, condotti nell'area della città di Roma e nella campagna circostante, accompagnati da ricerche di documenti e dall' elaborazione di rapporti, pubblicati mensilmente nei periodici specializzati ufficiali. Le sue più importanti ricerche furono alla base di opere fondamentali per l'archeologia romana come la Forma urbis Romae  (1893-1901) e la Storia degli scavi, iniziata a pubblicare nel 1902.
Negli studi di topografia romana si distinse notevolmente dai suoi contemporanei per aver privilegiato la documentazione grafica come supporto essenziale alle fonti scritte.  In una nota manoscritta egli descrive così la genesi della sua collezione di stampe e disegni: "L'importanza di questa collezione deriva dal gran numero di disegni originali e stampe avanti lettera da me acquistate dagli eredi degli architetti incisori. Butii, Paolo Posi, G.B. Cipriani, Ludovico Caracciolo, Luigi Canina, Luigi Rossini, Gian Luigi Valadier, Antonio de Romanis, Francesco Pannini, G. Winkelm[ann], Agostino Penna, Seroux D'Agincourt, Pinelli" ( Ms. Lanciani 136/2) .
La collezione di stampe, disegni e fotografie, che è conservata nella Sala Lanciani, è pervenuta  in Biblioteca suddivisa in cartelle ed è stata successivamente ricomposta in volumi, conservando l'ordine originario. La raccolta, comprendente  anche rilievi archeologici, architettonici e urbanistici, costituisce un archivio di immagini, prezioso per lo studio della topografia romana e la documentazione iconografica sui luoghi e monumenti di Roma.
Una parte di questo materiale, estremamente eterogeneo, si può collocare in un arco temporale fra il XVII e il XIX secolo; esso è raccolto in volumi a carattere monografico su singoli monumenti (ad es. Colosseo, Fori etc.) o su una particolare tipologia (ad es. terme, fontane, acquedotti) o a carattere prettamente topografico e cartografico (ad es. Regiones, Piante di Roma, Panorami). In ogni volume vengono così a trovarsi materiali di diverso tipo, data e autore; nei volumi delle chiese, ad esempio, il materiale è raggruppato per singolo edificio, ma accanto ad incisioni di ogni dimensione ed epoca, risultano disegni (rilievi, progetti di rifacimento, adattamenti, restauri), fotografie e stampe con immagini sacre. Altri volumi raccolgono opere di singole personalità dell'archeologia e dell'arte come il Silvestre, il Caracciolo, il Rossini, etc.
Tutto il materiale, circa settemila pezzi, è schedato per soggetto, in un catalogo speciale cartaceo.
La seconda parte della collezione Lanciani è costituita dal Fondo Lafréry: si tratta di una  raccolta di circa cinquemila incisioni tratte da rami del XVI secolo - opera di diversi artisti - presenti nella bottega del maggiore editore-stampatore operante a Roma in questo campo, e ripresi in edizioni successive quando le matrici  passarono nell'arco di tre secoli ad altri stampatori (De Rossi, Losi, Calcografia Camerale)..
Come la precedente serie anche questi volumi sono divisi per temi diversi (monumenti, piante, obelischi, musei, apostoli, sibille etc.) o per autori (C. Cort, il Maestro del Dado, Marcantonio Raimondi e la sua scuola, Enea Vico, il Caraglio, G. Bonasone, i Carracci, Ghisi, Villamena, Thomassin, Cherubino Alberti).
 
Nella stessa sala è conservato, inoltre, altro materiale grafico acquisito in periodi diversi e qui collocato, in quanto omogeneo alla collezione Lanciani.
In particolare si segnala un'importantissima collezione dell'opera del Piranesi,  i cui rami sono conservati presso la Calcografia, ed una serie di incisioni del Rossini , che riprende  i temi piranesiani  (Monumenti di Roma antica e moderna, vedute dei dintorni)..
Per quanto riguarda i disegni si segnalano: la raccolta di 214 pezzi di Giuseppe Valadier, acquistata nel 1937 (cfr. Valadier: segno e architettura, catalogo  a cura di E. Debenedetti, Roma 1985) , e 12 cartelle di disegni di vari autori, donati da collezionisti e bibliofili. Fra tutti ricordiamo il Dusmet, i cui pezzi di maggior valore sono stati descritti, insieme a diversi album conservati nella Sezione manoscritti, nel catalogo della Mostra di disegni della Biblioteca dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte ,  a cura di Valerio Cianfarani, Roma 1956.